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Un piccolo museo, un vero gioiello! 1.000 mq. di superficie dedicata all’arte contemporanea di cui Papa Paolo VI era grande cultore e attento collezionista.
A Concesio, nei pressi della casa natale del papa bresciano, una parte della sua immensa collezione (circa settemila opere) prende forma presentandosi ordinata per temi: realismi, astrazione, paesaggi, ritratti, sculture.
In un’architettura elegante, essenziale e tecnologicamente all’avanguardia si possono ammirare circa 270 opere dei più grandi protagonisti del Novecento italiano e internazionale: Henri Matisse, Marc Chagall, Pablo Picasso,Salvador Dalí, René Magritte, Erich Heckel, Oskar Kokoschka, Gino Severini, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Georges Rouault, Jean Guitton, Lucio Fontana, Giò e Arnaldo Pomodoro…
“Un Papa collezionista d’arte contemporanea, amico degli artisti, appassionato conoscitore dei maestri del Novecento, della quiete oscura di Giorgio Morandi come dell’impeto spirituale graffiato da Hans Hartung, del neorealismo politico e contestatore di Guttuso o del romantico misticismo ebraico di Marc Chagall (il suo preferito). È questo il percorso libero e privatissimo nell’arte contemporanea svelato da un piccolo museo in provincia di Brescia, a Concesio, paese a ridosso della Valtrompia che ha dato i natali a Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI dal 1963 al 1978 (…).
«Nell’arte Montini non cercava solo una rappresentazione del sacro ma racchiudeva la sua visione di un nuovo umanesimo, l’espressione del travaglio intellettuale dell’uomo contemporaneo», spiega il direttore della Collezione Paolo VI, Paolo Bolpagni. E per questo le opere parlano di spiritualità in senso universale, di amore, di politica (come la bellissima tempera su carta del 1920 di Sironi dedicata all’operaio italiano). E spesso sono cariche d’ironia, come una Madonna accolta al circo da clown e acrobati di Aldo Carpi (artista che il papa portò con sé per un reportage pittorico del suo viaggio in Terra Santa). Oppure l’incisione di Chagall Elia toccato dagli angeli, fitto di annotazioni e con un lieve Charlot stilizzato sul lato.”
(Cristiana Campanini – Repubblica.it – 20 febbraio 2014)
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